Di Davide Di Giovanni
In questi giorni in Piemonte è in corso un acceso dibattito politico rispetto ad una modifica di una legge regionale sul gioco d’azzardo.
I dati del fenomeno
Il giocare d’azzardo è un comportamento molto frequente nel nostro paese.
Siamo infatti al 1° posto in Europa e al 3° posto nel mondo per quantità di denaro annualmente speso in gioco d’azzardo (oltre 110 mld di euro nel 2019). L’aumento esponenziale dell’offerta di giochi sul territorio e online ha avuto pesanti effetti sul numero di giocatori (patologici e non). Il 54% degli italiani tra i 15 e i 64 anni ha giocato almeno una volta nel corso dell’anno. Circa il 2,2% ha una dipendenza patologica. Un ulteriore 4% ha comunque un comportamento problematico col gioco.
Ma cosa si intende per gioco d’azzardo?
Per gioco d’azzardo si intende il rischiare qualcosa di valore (di solito soldi) nella speranza di ottenere una vincita di valore maggiore, il cui risultato è determinato non dall’abilità dei partecipanti, ma dall’alea, ossia dal caso. Molte persone giocano d’azzardo, senza tuttavia sviluppare una dipendenza. Altre persone invece sviluppano una dipendenza verso questo comportamento, spendendo cifre sempre più considerevoli, passando gran parte del loro tempo nell’attività di gioco. È un disturbo che mette a serio rischio l’intera famiglia del paziente, a causa delle ripercussioni economiche legate al gioco compulsivo. Il giocatore d’azzardo ha come oggetto di dipendenza giochi quali i gratta e vinci, lotto, superenalotto, videolottery (VLT), slot machine, scommesse sportive, giochi online ma anche casinò, bische, poker.
Il gioco nei giovani
Il gioco è molto diffuso anche tra i giovani. Al primo posto abbiamo i gratta e vinci (71% dei giovani giocatori) seguiti dalle scommesse sportive (49% dei giovani giocatori).
Come si diventa dipendenti?
Diverse sono le cause che portano una persona a diventare un giocatore dipendente.
Le ricerche dimostrano come al diminuire del benessere economico aumenti la tendenza al gioco. In sostanza più le cose vanno male dal punto di vista economico e più si gioca.
La speranza di ottenere un futuro migliore, è ciò spinge la maggioranza delle persone di tutte le età a giocare. La persona sogna ad occhi aperti, immagina il momento in cui vince una determinata cifra e si figura ciò che può ottenere: ad esempio una casa, un auto, una propria serenità personale e… l’invidia degli altri. È importante tenere a mente che i vari giochi sono strutturati in modo da spingere la persona a continuare a giocare. Vi è poi la tendenza a rincorrere le perdite, ossia giocare per recuperare i soldi persi nel gioco.
Entrano in campo poi fattori cognitivi, quali pensiero magico/scaramantico, non conoscenza dei principi matematici che sottostanno al gioco, pensieri errati circa il gioco, e altro ancora.
Ci sono poi una serie di caratteristiche di personalità e di disturbi psicologici che possono favorire l’instaurarsi di una dipendente dal gioco.
Le ricerche hanno dimostrato che nel cervello si struttura un meccanismo di dipendenza molto simile a quello delle sostanze di abuso.
Tutti questi fattori rendono praticamente impossibile uscire dal vortice in cui la persona si trova.
Possibili soluzioni
L’aiuto di un professionista della salute mentale, che sia in grado di lavorare in sinergia con i familiari del paziente è imprescindibile per l’astinenza dal gioco in chi ha una dipendenza.
È però bene segnalare che, come tutte le dipendenze patologiche, il trattamento dei giocatori d’azzardo è spesso complicato, e implica un alto tasso di ricadute.
Risulta auspicabile un impegno da parte delle istituzioni sia nella cura delle persone con dipendenza sia nel contenimento dei comportamenti di gioco, riducendo la diffusione e le occasioni di gioco per la popolazione. Occorre quindi mettere un freno al. fenomeno del gioco d’azzardo, ed occorre farlo al più presto.