Di Alice Rabai
È ormai da più di un anno che tutti noi siamo stati sottoposti a molti cambiamenti, improvvisi e inimmaginabili, e abbiamo imparato a convivere con questa sconosciuta pandemia che ha preso il nome di Covid-19. Tutto questo ha comportato una serie di difficoltà che, ancora oggi, fatichiamo a comprendere e gestire. La nostra quotidianità è cambiata, così come le nostre abitudini. Abbiamo imparato a fare a meno di hobby e svaghi. I cinema, i teatri e i musei, chiusi e aperti a singhiozzo, hanno dovuto mettere in pausa la programmazione di film, mostre e spettacoli facendo perdere alla maggior parte di noi, l’abitudine di passare una giornata differente al di fuori delle mura domestiche. Gli sportivi hanno dovuto rinunciare agli allenamenti in palestra e, soprattutto durante la prima ondata, anche a una semplice passeggiata. Abbiamo imparato a fare a meno di festeggiamenti con amici e parenti e, anche un caffè, è diventata un’occasione più unica che rara. Abbiamo rinunciato ai viaggi, ai concerti, alle gite fuori porta, imparando a gestire i nostri impegni rispettando divieti e coprifuoco. Le relazioni sono state stravolte: i bambini hanno condiviso gli spazi, spesso limitati, con fratelli e genitori mentre i coniugi hanno sperimentato quanto possa essere difficile spartire la totalità del proprio tempo con il partner. Abbiamo imparato ad avere paura degli abbracci, dei baci e del contatto con gli altri e abbiamo compreso quanto sia fondamentale mantenere la distanza per il bene di tutti. Ci siamo abituati a portare con noi due accessori imprescindibili, la mascherina e il gel igienizzante, rinunciando a trascorrere il nostro tempo all’interno di negozi e boutique alla ricerca di vestiti, borse e scarpe alla moda. Con la chiusura dei parrucchieri e dei centri estetici, la cura di noi stessi è stata messa da parte e, in molti casi, abbiamo dovuto far fronte a stati ed emozioni sgradevoli mai sperimentati prima: ansia, depressione, panico, insonnia. Ad alcuni aspetti di questa realtà, probabilmente, non ci abitueremo mai perché vanno contro la natura dell’essere umano che, in quanto animale sociale, fa fatica a vivere individualmente e rinunciare al rapporto con gli altri.
Ad altri, ci adattiamo e continueremo a farlo. Probabilmente, la comodità a cui siamo stati costretti, attraverso la spesa e i pasti a domicilio, continuerà a far parte delle nostre abitudini; le videochiamate di gruppo, non solo per studio e per lavoro, prenderanno sempre più spazio all’interno della nostra routine così come continueremo, forse, ad essere pazienti di fronte alle file dei supermercati, imparando così l’importanza dell’attesa. Ci abitueremo a tutto questo perché, come ci ricorda un famoso naturalista britannico “Non è la specie più forte o la più intelligente a sopravvivere, ma quella che si adatta meglio al cambiamento.”