Come già detto in altri nostri articoli e video, la percezione del rischio deriva da un processo cognitivo, ed è dunque soggettiva. Può dunque essere diversa da persona a persona.
Si rischia di sottovalutare o sopravvalutare una data situazione, nel nostro caso il rischio di contagiare o essere contagiati.
Ci sono alcuni fattori perlopiù inconsapevoli che concorrono a formare la nostra valutazione del rischio e quindi i nostri comportamenti.
Le persone difficilmente utilizzano delle stime oggettive per valutare il modo in cui comportarsi.
Nel caso del coronavirus ci sono alcuni fattori che rischiano di farci sottovalutare il pericolo. Vediamone alcuni.
👮♂️😷SENSO DI SICUREZZA
Indossare guanti e mascherina ci fa sentire protetti, riducendo dunque l’ansia mentre siamo vicini ad altre persone.
Bisogna però ricordarsi che il rischio non è mai zero, anche se sì indossano protezioni!
Avere la mascherina può farci sentire al sicuro, facendoci avvicinare troppo agli altri. È invece importante mantenersi ad almeno un metro (meglio 2) di distanza, anche con la mascherina.
Indossare i guanti è una sicurezza in più, ma solo se stiamo ben attenti a non toccarci il viso e a lavarci comunque le mani, altrimenti la loro funzione è inutile!
👨👩👦FAMILIARITÀ
Il nostro cervello ha un modo tutto suo per definire cosa costituisce una minaccia e cosa no.
Solitamente ciò che risulta conosciuto viene valutato come sicuro.
Può succedere dunque di non mantenere la distanza o addirittura abbracciare un amico o un parente che incontriamo.
Uno sconosciuto o nostro fratello hanno le stesse probabilità di trasmetterci il virus.
E importante quindi mantenere la distanza interpersonale anche con persone che conosciamo. Per diminuire al minimo il rischio di contagio bisognerebbe evitare anche i contatti con il proprio partner e i propri figli, ma questa può essere una restrizione troppo forte da seguire.
Anche il trovarsi in un luogo a noi familiare può farci abbassare la guardia. Anche se siamo in casa o al lavoro è importante starnutire e tossire in un fazzoletto o nella piega del gomito, soprattutto se non viviamo da soli. Anche se in quel preciso momento non abbiamo nessuno nella stessa stanza vicino a noi.
🤸♂️ASINTOMATICITÀ
Giova ricordarlo, non avere sintomi, e dunque stare bene, non vuol dire non avere il virus. Si può dunque risultare positivi al tampone pur non presentando nessun sintomo respiratorio o avendo la temperatura nella norma.
Ignorare questo può spingerci a non mantenere la distanza interpersonale,
perchè “tanto sto bene”.
Le regole di prevenzione vanno invece sempre seguite.
🚶♂️ESPERIENZA PERSONALE
La nostra percezione del rischio è influenzata dalla nostra esperienza personale.
Ad esempio una persona con un familiare ricoverato per covid-19 vede il rischio in modo diverso da chi non conosce nessuno colpito dalla malattia.
🤷♂️CONSEGUENZA DIFFERITA
Alcuni pericoli hanno una conseguenza immediata, ad esempio se metto il dito nella presa o sulla piastra rovente della cucina proverò subito dolore.
Diverso è per quelle situazioni che hanno una conseguenza non immediata, come nel caso del coronavirus. Proprio seguendo questo principio il veleno per roditori ha un effetto non immediato, altrimenti il roditore smetterebbe subito di mangiare, ed eventuali simili vicini imparerebbero a stare lontani dall’esca.
Anche questo può portare alla sottovalutazione del rischio.