È già da un po’ che si sente parlare di bonus psicologo.
Dall’inizio della pandemia non sono poche le persone che si sono rivolte al nostro studio per ansia, stress o altre problematiche direttamente collegate agli effetti della pandemia e alle restrizioni istituite dal governo.
C’è chi ha paura di entrare a contatto con virus e batteri, chi ha stress conseguente allo smartworking, chi effettua lavaggi compulsivi delle mani, solo per fare qualche esempio. In alcune persone, chi ha un occhio attento, l’effetto di due anni di covid lo vede.
Nonostante tutto l’approvazione del bonus psicologo è stata nuovamente rimandata a data da destinarsi.
Il contributo sarebbe stato collegato all’ISEE, e prevedeva 1.600€ con Isee fino a 15.000 euro, 800€ con Isee compreso tra i 15.000 e i 50.000€, 400€ euro per redditi compresi tra i 50.000€ e i 90.000€.
il totale dei fondi previsti era pari a 50 milioni.
Se a prima vista può sembrare una spesa in cui lo stato ci va a perdere, la realtà è ben diversa. Si tratta piuttosto di un investimento.
Le ricerche dimostrano che aumentare l’accessibilità dei servizi psicologici riduce
il ricorso alle assenze per malattia (che sono a carico dell’INPS), il ricorso a visite specialistiche e ricoveri e l’utilizzo di farmaci e psicofarmaci (che sono spesso a carico del SSN).
Il rischio di sviluppare patologie fisiche è infatti maggiore nelle persone con alti livelli di stress e ansia.
Una ricerca francese ha dimostrato che per ogni euro speso in interventi psicologici lo stato risparmia 1,50€.
Quindi per lo stato non si tratta di una spesa, anzi.
Ci auspichiamo che il governo si decida ad approvare questo importante sostegno.
Riprendendo le parole di David Lazzari,
presidente del Consiglio nazionale ordini degli psicologi, ricordiamoci che le problematiche psicologiche non affrontate hanno un costo molto importante per l’economia oltre che per le persone.