Domenica 23 Maggio, dopo mesi in cui siamo stati costretti a limitarci con gite fuori porta, vacanze e svaghi, si è consumata una triste tragedia.
Un cavo trainante, sulla funivia Stresa-Mottarone, si è spezzato, causando la caduta di una cabina e provocando un incidente che è costato la vita a 14 persone.
Episodi così innescano sentimenti contrastanti, rabbia, incredulità e soprattutto la paura che, in casi come questo, ci paralizza: basti pensare a quanti di noi avranno rinunciato alla vacanza tanto agognata dopo un atto terroristico, o a prendere un aereo dopo l’ultimo incidente di cui giornali e tv hanno parlato per settimane.
A tal proposito, voglio riportare la mia esperienza personale e le mie emozioni in seguito alla sconvolgente notizia, perché su quella funivia, magari all’interno della stessa cabina, sono stato quasi un anno fa.
💭Ricordo la sensazione di “oscillamento” e un pensiero che mi balenava nella testa: “pensa se dovesse staccarsi”.
Non solo, esattamente quattro giorni prima della tragedia, ero appena arrivato su quella stessa cima, stavolta con un mezzo di trasporto diverso: l’automobile. Ciononostante, immaginare che quello che è capitato potesse succedere anche a me, è diventato un pensiero che continuamente attraversa le mie giornate.
⚠️Ciò accade perché, quando si verificano tragedie come questa, la nostra mente inizia a produrre immagini e scenari catastrofici che includono e coinvolgono noi stessi e, se da un lato questo ci fa sentire “fortunati” per non esserci trovati sul luogo sbagliato e al momento sbagliato, dall’altro sviluppiamo la consapevolezza che quella stessa situazione potrebbe colpire anche noi e le persone a cui teniamo in qualsiasi momento.