L’arrivo del coronavirus in Italia sta spaventando molte persone.
I casi sospetti e accertati sono in aumento, e le autorità stanno mettendo in atto diversi provvedimenti per limitare la diffusione del virus. Scuole chiuse, città isolate, luoghi turistici chiusi, ecc. Queste misure preventive generano però ansia in molte persone.
Mascherine e gel disinfettanti sono andati a ruba, e alcuni supermercati sono presi d’assalto per fare scorta di generi alimentari.
Uno dei consigli che viene dato è quello di lavarsi frequentemente le mani e non toccarsi bocca, naso e occhi.
Si sente spesso parlare in questi casi di psicosi. Ma cos’è la psicosi da coronavirus?
Il termine psicosi viene sempre più usato da giornalisti e media, ma in modo improprio.
In psicologia la psicosi è un qualcosa che non c’entra nulla con la paura. È una classe di gravi disturbi del pensiero, della percezione e dell’interazione sociale che può manifestarsi attraverso diverse patologie, tra cui la schizofrenia, dove la persona può avere allucinazioni, pensieri fortemente irrazionali, appiattimento affettivo e un linguaggio disturbato.
Quindi il termine psicosi è usato in modo assolutamente sbagliato, snaturato dal suo significato.
Occorre tenere a mente che i media spesso esagerano, danno risalto ad una notizia piuttosto che un’altra, creano titoli ad effetto e dedicano ampio spazio a ciò che è più remunerativo dal punto di vista pubblicitario (è il loro mestiere, d’altronde).
Stessa cosa fanno i blog, e chi come me sta scrivendo articoli o postando video sul tema: tratta argomenti che in questo momento riscuotono grande interesse. A gennaio ad esempio si era dato ampio risalto ad una possibile guerra con l’Iran, poi sostanzialmente finita nel dimenticatoio.
Capita così con diversi eventi o calamità, fateci caso. Pensate ad esempio ai delitti famosi, catastrofi naturali… il risalto che viene dato è proporzionale a quanto la notizia “tira”, e finché l’interesse è alto le informazioni continuano ad essere date. Oppure capitano dei periodi in cui sembra esserci un aumento esponenziale di alcuni eventi o reati, ad esempio omicidi e violenze nei confronti delle donne, morti sul lavoro, violenze sessuali, ecc. Vengono spesso percepite come delle ondate, perchè i media ne danno, in un determinato periodo, maggiore risalto. Se però si vanno a vedere le statistiche ufficiali si può scoprire ad esempio che l’uccisione di donne o gli infortuni sul lavoro sono in diminuzione, così come i reati in generale, anche se la percezione è tutt’altra.
Lo stesso sta accadendo per il coronavirus che viene fatta passare come una epidemia drammatica. E in effetti lo è, ma in Cina.
In realtà attualmente la normale influenza stagionale che tutti gli anni si presenta fa molti più morti di quelli che fa il coronavirus.
Occorre segnalare che solo il 5% degli infetti da Covid-19 ha serie complicanze per la salute, il 15% ha complicanze alle vie respiratorie, mentre la maggioranza (l’80% dei soggetti infetti) ha solo sintomi simil-influenzali.
Il rischio è più per la salute pubblica in generale che per la persona singola. Se infatti una qualsiasi epidemia (anche innocua e non letale) si diffonde, vi sono ricadute in termini economici e di sovraccarico delle strutture sanitarie.
Una giusta attenzione è utile, ma non deve sfociare nell’ansia e nel panico eccessivi (nella psicosi, come direbbero i giornalisti).
Il panico offusca la mente, e non aiuta ad affrontare le cose con razionalità. In questo momento sono le autorità sanitarie a doversi preoccupare del come arginare il virus, non noi.
Attenzione a limitare la sovraesposizione di informazioni. Guardando la TV, scorrendo i social, siete tempestati continuamente di notizie che generano inevitabilmente ansia. Sarebbe più corretto informarsi una o due volte al giorno, ma sempre attraverso i canali ufficiali, che sono i più accreditati, come ad esempio il sito del Ministero della Salute. Corrono Infatti numerose fake news e teorie complottiste, che contribuiscono a peggiorare il tutto.
È importante ricordare che non per forza una persona che ha il coronavirus è destinata a morte certa. La maggior parte dei decessi è riferibile a persone anziane o già deboli a causa di altre malattie.
Ciò che può essere utile in effetti è lavarsi le mani nella giusta misura, ed evitare di toccarsi occhi, naso e bocca o evitare il contatto con persone che sono rientrate da un viaggio in Cina o che sono stati a contatto con persone infette.
Agitarsi o prendere precauzioni eccessive risulta inutile e ansiogeno. Alcuni che magari hanno uno stato di malessere si preoccupano di poter avere contratto il virus, ma questo è solo un nostro pensiero, non è detto che sia la verità. Un minimo di ansia o interesse per la questione può essere sano, ma se ti accorgi che provi un’ansia insopportabile e hai necessità di lavarti o disinfettanti continuamente le mani, evitare di fare alcune cose in maniera eccessiva e sproporzionata rispetto alla maggior parte delle persone potresti avere un problema di ansia eccessiva. In giro si vedono in effetti persone molto preoccupate e altre piuttosto tranquille. Le persone con disturbo ossessivo compulsivo o ansia da malattia sono tendenzialmente più facilmente spaventati da informazioni sul Covid-19. La cosa importante è riuscire a filtrare le informazioni che ci arrivano: quello che ci viene mostrato dai media è una rappresentazione della realtà, non la realtà. Questo vale in qualsiasi caso, e per qualsiasi notizia. Anche il racconto che un nostro amico o parente può farci di un evento è una ricostruzione, e non può corrispondere alla realtà oggettiva.
Se ti accorgi che l’ansia diventa troppa è necessario gestirla, prima che l’ansia gestisca te. L’agitarti eccessivamente è probabilmente una tua caratteristica personale, su cui è necessario lavorare. Altrimenti saremmo tutti nella stessa situazione di panico!
Per tenerti aggiornato ti raccomandiamo di fare riferimento al sito del Ministero della salute:
http://www.salute.gov.it/portale/nuovocoronavirus/dettaglioFaqNuovoCoronavirus.jsp?lingua=italiano&id=228